mercoledì 17 gennaio 2007

Sic transit...

Si passa la vita a pensare e ripensare... si passa la vita a pensare a come comportarci, a come relazionarci con gli altri. Si passa la vita cercando di capire gli altri, cercando di costruirsi un manuale del giusto comportamento, aggiungendo di giorno in giorno capitoli e paragrafi. Poi un giorno provi a rileggerlo e scopri che è tutto sbagliato, che nulla è come te lo aspettavi. Tutti i tuoi sogni, le tue metafore di vita le puoi gettare via, arriva qualcuno che si diverte in un attimo, in un solo momento a sovvertire l'ordine costituito. Ti distrugge quelle belle sovrastrutture che hai faticato tanto a mettere su. Prende le tue espressioni e le modifica come fossero plastilina, prende il tuo cuore e se lo riggira tra le mani senza pensarci un secondo. Ti fa suo, ti modifica, ti apre, ti smonta, cambia i pezzi e gli ingranaggi, modifica il tuo modo di "girare". Se ci peni poi ti senti un cretino, ma quando sei li dentro, perchè ti ci sei voluto gettare tu, allora nulla è banale, nulla è sbagliato per Lei. Fareti qualunque cose per regalarle un sorriso, per strapparle un "Ti Amo", per sentirtela un attimo più vicina. Vorresti tirartela addosso, come una coperta, tenertela vicino. Scrivi, pensi, canti, mangi solo per Lei; perchè Lei è quella che ti da la luce, è quella che ti avvicina alla Grazia. Se ti chiedessero di spostare il mondo a spallate, magari proveresti a farlo, perchè credi in Lei, perchè in Lei, trovi la forza di mille uomini. Perchè ti senti Lancillotto con Ginevra. Quanto hai riso... quando ti ho detto questo. Perchè ti avrei protetto da tutto e da tutti, avrei sfidato il mondo e le poche cose buone che nella mia vita ho fatto, avrei perso tutto per Te. Ma tu hai riso, hai alzato le tue belle spalle e hai riso.
C'era già chi spingeva il tuo cuore in un'altra direzione, c'era già chi ti aveva sorriso e aveva aperto una nuova falla nel tuo cuore vagabondo.
Non sei più, ed io non sono più per Te. Potrò forse non dormire mai più, girovagando da una stanza all'altra, riempendi fogli con la voglia di Te. Sognando Te a fianco a me. Sentendo la canzone che incanta dei tuoi sospiri quando ti accarezzavo piano, quando il tuo corpo si muoveva con la musica del mio. Ora tutto questo non c'è più. Ora rimane una ferita profonda, colma di pus, di dolore che non si rimargina, metti in atto tutte le strategie di difesa, ma ti scopri che il sentimento che sempre più prende piede è un odio sordo, feroce. Un odio che ti scorre silenzioso e viscido nello stesso solco in cui un attimo prima scorreva il dolce miele di un Amore impossibile. Tanto è stato grande questo Amore, più profondo e colmo è il fiume in piena dell'odio, della voglia di distruggere la tua figura dentro di me, di accartocciare quelle foto che non ho mai fatto. Una furia cieca che ti porta ad escogitare tutti i modi possibili per farti soffrire almeno la metà di quanto io sto soffrendo. Una furia cieca che ti porta a sederti sulla riva del fiume e aspettando di vedere passare il tuo corpo, solo per dirti: "Visto che avevo ragione io". Poi ti svegli dal tuo non sonno, da quelle poche ore in cui gli occhi vinti dalla stanchezza, dall'ansia, dalla rabbia si chiudono silenziosi, lasciandoti instupidito su di un divano con la televisione accesa. Ti svegli e scopri che l'odio è di nuovo amore, che comunque è lei che si agita nel tuo cuore. Sei li che paghi il conto delle tue malefatte, pensi che prima o poi tutto questo dovrà finire. Pensi che domani ti porterà un amore nuovo, un qualcosa di nuovo per soppiantare, per riempire quel fiume di dolore che ti scorre dentro. Ma non è mai così, non fiisci mai. Ci si vede, si fa finta di non vedersi. Si fa finta di ignorarsi, perchè questo è il modo migliore per esorcizzare la paura dell'altro. Magari fra qualche tempo ci vedremo in ascensore e scoppieremo a ridere... Mi dispiace non sarà così, non ci saranno sorrisi, non ci saranno risate, ci sarà una cicatrice enorme nel mio cuore, che nulla potrà mai colmare, potranno esserci altre Lei, ma nessuna sarà mai Tu, con il tuo sorriso, con il tuo dito sulla mia spalla. Nessuna potrà regalarmi la dolcezza di un tuo bacio e la stretta meravigliosa di un tuo abbraccio. Ora Stellina Mia, è tutto finito, sei riuscita a regalarmi quell'odio che non riuscivo a provare. Tu con la tua corte di questuanti sieti riusciti ad aprirmi gli occhi. Non c'è più amore nell'alveo secco del mio fiume dell'Amore. Scorre denso e vermiglio il cupo liquido dell'odio, della voglia di vederti soffrire. Forse una volta te l'ho già scritto, ma nel mio vagabondare tra questi amori brevi, una cosa l'ho imparata: il male che fai, prima o poi te lo ritrovi raddoppiato. Forse per il semplice motivo che i nostri amori brevi con il passare del tempo, divengono, giorno dopo giorno, più necessari, devono essere più coinvolgenti, per la tua dose di amore sei disposto ogni volta a rischiare qualcosa di più. Ogni volta, apri un pò di più il tuo cuore, ti mostri più vulnerabile, perchè ogni volta devi riempire un fiume più grande. Devi diluire il dolore immenso di un immenso amore con un amore ancora più grande. Ma il mondo, questo mondo, queste persone, non ti regalano nulla, nessuna ti regala niente. Tutti vogliono viaggiare in prima e tutti raccolgono a piene mani, dando il meno possibile, esattamente come hai fatto Tu. Ma ci sarà il giorno che la tua voglia di Amore ti farà inciampare e troverai lì ad aspettarti, al varco, ad un passo del tuo cuore, quell'anima nera che farà di Te quello che Tu hai fatto di me... e non avrai scampo, perchè al tuo dolore si sommerà il dolore ed il rimpianto per il dolore che hai dato.
I nostri cuori, le nostre anime, i giocattoli di questi adulti dispersi nel mare della disperazione, della desolazione si rompono spesso, lasciano scie di sangue che non si rapprende. Solo chi ci passa, chi attraversa questo deserto infuocato di giorno e gelido di notte sa cosa significa. Solo chi viaggia da solo in un mare colmo di disperazione disperata, riuscirà a cogliere il senso di queste parole, che amiche riempiono le pagine ora di un diario, ora di un blog, perchè sono l'unoco conforto per chi è troppo solo anche per piangere con un amico, anche perchè ha finito le proprie lacrime. Tu viaggi lontano, un'altra galassia, e solo le parole ti sostengono, queste parole che da sempre ti sono amiche che ti permettono di innamorare e di piangere, queste parole che da sole scivolano silenziose dalla tua anima al foglio bianco, riempendolo. Ho in queste parole il mio tesoro, il mio sostentamanto. Nessuno sa, nessuno legge, nessuno risponde. Le mie parole, sono mie, le tengo strette, le coccolo e le amo, così come faccio con i miei figli. Sono dolci, amare, salate, sapide, tenere, dure, alte, basse, prendono la forma, assumono la forma dell'acqua, perchè la forma non c'è. Le monto, le smonto, le affianco, le accavallo, le scrivo grandi e piccole, gli cambio di formato e loro mi ubbidiscono, rispondono docili al mio comando regalandomi la dolce illusone che per una volta a comandare il gioco sono io. Oggi siete voi il mio Amore.

Nessun commento: