Eccomi pronto a partire per la settimana bianca... sette giorni in cui potrò dedicarmi allo sport, respirare un pò d'aria buona e dopo la doccia serale dedicarmi a leggere un buon libro. Era d'obbligo, quindi la passeggiata in libreria. Non avevo in mente nulla di preciso, anzi a dire il vero di libri da leggere ne avevo, ma non potevo certamente perdere un'occasione così ghiotta per comprarne ancora. Girovagavo tra gli scaffali odorosi del mio paese dei balocchi, quando due occhi meravigliosi mi urlano qualcosa dalla copertina di un libro che non avevo notato prima: Halina Poswiatowska - Racconto per un amico. Prendo in mano il libro, lo volto e leggo: "Halina Poswiatowska nacque nel 1935 e morì nel 1967 - rapido calcolo utilizzando le dita e sono solo 32 anni! - in Polonia, all'età di trentadue anni - Appunto! - Era una grande poetessa, amata e venerata dai giovani del suo paese, che un cuore fragile, per un'angina curata male in tempo di guerra, sottrasse troppo presto alla letteratura polacca ed internazionale. Racconto per un amico apparve pochi mesi prima della sua morte [...]. La poetessa polacca narra della sua esistenza ad un amico cieco, presenza costante, protettrice e ammonitrice... Insomma lo compro. Non fosse altro perchè gli occhi in copertina sono proprio quelli di Halina.
Il libro viene iniziato il sabato sera e terminato nelle due serate successive. E' vero: è un romanzo autobiografico: è la storia di Halina dalla sua infanzia fino a qualche mese prima della morte, ma è molto di più: è l'inno alla vita che tutti dovrebbero leggere. E' la vita stessa che si fa scrittura, è la gioia di respirare, la gioia di amare e di sentirsi amati contro tutti e contro tutto. Leggendo queste pagine il cuore batte all'unisono con quello malato di Halina. Ci sono volte in cui il suo senso di soffocamento sembra essere contagioso. La sua voglia di amare diviene la tua voglia di amare.
"Camminando in quel pomeriggio di sole sotto i rami bassi degli alberi, capivo solo che il mio nuovo amico era triste e che né il prato, con il suo profumo più intenso all'imbrunire, né le folli giravolte del ballo, né i baci riuscivano a dargli piacere. Decisi di insegnargli la gioia."
Halina Poswiatowska mi ha trascinato nella sua esistenza, facendomi comprendere, una volta di più, quanto poco importanti siano certi affanni di tutti i giorni di fronte alla grandezza della vita, alla possibilità di poter affrontare ogni nuovo giorno senza dover fare i conti con la spada di Damocle di una malattia. Ma forse, ancora di più, come si possa affrontare la vita, ogni giorno, sapendo che se la morte è in agguato dietro l'angolo ognuno di noi è chiamato ad arrivare a quell'angolo con la fronte alta, senza paura, vivendo tutto l'amore, anzi scusate, l'Amore, che possiamo senza arrenderci un solo minuto, anche perchè: "Resterà tutto uguale quando non ci sarò più? I libri si disabitueranno al tocco delle mie mani, i vestiti scorderanno l'odore del mio corpo? E le persone? Per un pò parleranno di me, si stupiranno della mia morte, poi dimenticheranno. Non illudiamoci, amico mio, la gente ci seppelisce nella memoria tanto in fretta quanto seppelisce sottoterra i nostri corpi. Il dolore, l'amore, tutti i desideri se ne vanno con noi senza neanche lasciarsi dietro uno spazio vuoto. Non esistono spazi vuoti sulla terra."
Racconto per un amico di Halina Poswiatowska (Neri Pozza)
Il libro viene iniziato il sabato sera e terminato nelle due serate successive. E' vero: è un romanzo autobiografico: è la storia di Halina dalla sua infanzia fino a qualche mese prima della morte, ma è molto di più: è l'inno alla vita che tutti dovrebbero leggere. E' la vita stessa che si fa scrittura, è la gioia di respirare, la gioia di amare e di sentirsi amati contro tutti e contro tutto. Leggendo queste pagine il cuore batte all'unisono con quello malato di Halina. Ci sono volte in cui il suo senso di soffocamento sembra essere contagioso. La sua voglia di amare diviene la tua voglia di amare.
"Camminando in quel pomeriggio di sole sotto i rami bassi degli alberi, capivo solo che il mio nuovo amico era triste e che né il prato, con il suo profumo più intenso all'imbrunire, né le folli giravolte del ballo, né i baci riuscivano a dargli piacere. Decisi di insegnargli la gioia."
Halina Poswiatowska mi ha trascinato nella sua esistenza, facendomi comprendere, una volta di più, quanto poco importanti siano certi affanni di tutti i giorni di fronte alla grandezza della vita, alla possibilità di poter affrontare ogni nuovo giorno senza dover fare i conti con la spada di Damocle di una malattia. Ma forse, ancora di più, come si possa affrontare la vita, ogni giorno, sapendo che se la morte è in agguato dietro l'angolo ognuno di noi è chiamato ad arrivare a quell'angolo con la fronte alta, senza paura, vivendo tutto l'amore, anzi scusate, l'Amore, che possiamo senza arrenderci un solo minuto, anche perchè: "Resterà tutto uguale quando non ci sarò più? I libri si disabitueranno al tocco delle mie mani, i vestiti scorderanno l'odore del mio corpo? E le persone? Per un pò parleranno di me, si stupiranno della mia morte, poi dimenticheranno. Non illudiamoci, amico mio, la gente ci seppelisce nella memoria tanto in fretta quanto seppelisce sottoterra i nostri corpi. Il dolore, l'amore, tutti i desideri se ne vanno con noi senza neanche lasciarsi dietro uno spazio vuoto. Non esistono spazi vuoti sulla terra."
Racconto per un amico di Halina Poswiatowska (Neri Pozza)
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